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mercoledì 26 novembre 2008

ANDREA


Ricordo ancora con terrore e tristezza quando l'asteroide ci travolse.
Me ne stavo al bar di fronte casa,seduto beatamente su di una seggiola di giunco con un avvolgente cuscino applicato sopra essa,sorseggiando una birra chiara dai riflessi del malto colto a settembre,quando improvvisamente qualcosa successe.
La giornata era tiepida,in cielo le prime rondini creavano evoluzioni degne di nota anche per i piu' esperti piloti acrobatici,nell'aria si respirava la brezza impregnata dall'erba di campo appena rasata.
Un vento insolito iniziò a levarsi,un vento che a primo impatto non lasciava trasparire il suo punto d'arrivo nel il suo corso predeterminato dalla sequenza della rosa dei venti.
Ad est si vide un bagliore intenso,come quello del sole al crepuscolo ma piu' vivo,tremendamente insolito.
La mia parte razionale non riuscì a comprendere cosa stesse accadendo,sebbene di li a poco mi si gelò il sangue di fronte ad uno spettacolo devastante e mai visto prima.
Improvvisamente il vento mutò,l'aria si trasformo in una parte densa d'atmosfera,un enorme aspirapolvere che mi tolse l'ossigeno dalle narici.
Percepivo la potenza di questo misterioso spostamento,non riuscivo a respirare e il poco di ossigeno inalato non bastava mai.
Vidi una scia di fumo e fiamme solcare il mio orizzonte visivo,creando un turbine in aria simile al risucchio che un aereo produce volando a bassa quota sul pelo del mare.
La massa infuocata continuò veloce la sua corsa verso ovest,lasciandomi impietrito e terrorizzato.
Non lo so quanto fosse passato da quel momento di blocco psicofisico all'impatto dell'asteroide.
Secondi,minuti,millesimi di secondo.....non lo ricordo.
L'impatto determinò un terremoto immediato e le auto che passavano sembravano carambolare l'una sull'altra come le palline del flipper in modalità bonus.
Cercai riparo nello stabile di fronte.
Quasi per caso,nel mio correre affannato verso la salvezza istintiva,mi diressi verso la porta d'ingresso di quel condominio.
Entrato nell'atrio,franai giu' per le scale,quelle che portano alle cantine.
Da li in poi ricordo poco.
Urla di terrore,allarmi e sirene di varia natura esprimevano il loro canto poderoso,il mio ansimare lo percepivo come un incubo che non mi lascia via di fuga per il risveglio.
Mi svegliai in una camera di ospedale,con diverse fratture e traumi vari lungo il corpo.
Mi dissero che una meteora aveva impattato il nostro satellite,creando tre monconi dello stesso, che uno era stato attratto dalla gravità terrestre e precipitato al suolo poco distante da dove mi trovavo.
Ora,a distanza di anni,guardando la Luna con mio figlio ricordo tutto questo.
Lui se la ride beatamente, e sognante aspetta descrizioni sempre piu' dettagliate sull'accaduto.
Non può immaginare il tempo che si ferma,l'attimo di smarrimento e di piccolezza provata,non può e non deve....
I suoi occhi devono ammirare lo spettacolo meraviglioso che gli si pone davanti quando,con il suo binocolo,osserva l'astro celeste oramai irriconoscibile a noi superstiti.
I dolori,i pianti e le preghiere,le lacrime per chi non rivedrai piu',i segni di quel terribile giorno non devono appartenere al mio tenero angelo.
Lui non deve sapere,deve continuare a volare e sognare.
Il mio piccolo angelo....
Giorno dopo giorno raccolgo le piume delle sue ali in crescita,le conservo con orgoglio e malinconia,m'incanto nel veder il suo volo sempre piu' perfetto e prolungato.
Conservo nella memoria ogni piccola evoluzione,ogni piccolo passo avanti,conscio che ad ogni suo battito d'ali io ne avrò uno in meno per volare accanto a lui.
Arriverà un giorno decisivo,un momento dove le mie ali stanche e oramai implumi chiederanno conto della sua maturazione.
Sarà il giorno in cui il mio tenero angioletto mi stringerà a se con dolcezza paterna,a ruoli invertiti,un attimo dove io padre sarò tra le braccia di mio figlio,momento dove capirà che la vecchiaia riporta l'essere umano allo stato di neonato debole ed indifeso.
Momento in cui,tra i mie dubbi e le mie paure,lui mi proteggerà dai brutti pensieri come io feci con esso.
Con un battito d'ali poderoso e oramai maturo mi riporterà alle origini della vita,lassu',vicino a quel bellissimo astro sconvolto da tanta potenza cosmica.
Un'ultimo sguardo,un ultima carezza e le sue braccia mi lasceranno.
La tristezza lascerà spazio ad un pianto liberatorio,ad una sensazione di pace e armonia,ad una soddisfazione profonda.
Avverrà perchè nel momento del suo abbandono lui guarderà il suo piccolo angelo che lo aspetta a terra,che lo implora di proteggerlo e seguirlo nel suo volo da passerotto alle prime armi.
Vai mio piccolo angelo,riabbraccia tuo figlio e avvolgilo tra le tue ali come io ho fatto con te.
Non avere timore e rammarico,è un ciclo che si ripete all'infinito.
La vecchiaia non è una colpa,è una necessità!
Necessità di tornare bambini e sentirsi protetti,bisogno di riprovare quelle sensazioni paterne avute e donate.
Vai e istruisci tuo figlio.
Al momento giusto non avrai bisogno di ali per raggiungermi.Lui penserà a tutto.
Ti cullerai nel momento di quiete che verrà e capirai quanta gratitudine ho provato nel sentirmi amato.
A presto mio piccolo angelo,a presto.

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